Caso Catania, parla Pantanelli:”Un fulmine a ciel sereno”

In esclusiva l’ex portiere rossazzurro Armando Pantanelli, ci rivela quali sono le sue sensazioni ed impressioni sulla vicenda che ha investito il Catania e che sta coinvolgendo altre squadre della Serie B.

 

-Come hai appreso la notizia dell’arresto del presidente del Catania e degli altri dirigenti rossazzurri?

“È stato un fulmine a ciel sereno. Non pensavo minimamente che potesse succedere qualcosa del genere. Sono rimasto sorpreso, come tutti”.

 

-Come è possibile che un presidente sia arrivato a tutto questo? Che idea ti sei fatto, pensi sia davvero colpevole?

“Per quanto mi riguarda io ho un ottimo ricordo del presidente Pulvirenti, tra noi c’è stato un rapporto di stima e di rispetto. Io sono un garantista per natura. Fino a quando non si concluderanno le indagini, non mi sento di condannare nessuno.  Il mio ricordo di Pulvirenti, è quello di un dirigente molto vicino alla squadra e ai suoi giocatori. La notizia mi ha lasciato davvero esterrefatto, ma attendo l’esito delle indagini. Non ho letto di proposito le intercettazioni, perché attendo che si concluda l’inchiesta”.

 

-Sei stato al Catania dal 2004 al 2007, tante soddisfazioni ma in mezzo il mobbing, non è che vorresti toglierti qualche sassolino?

“Ho un bel ricordo della mia esperienza in rossazzurro,  con alcuni di loro è rimasto un bel rapporto. Non amo parlare al telefono, ma spesso mi sono venuti a trovare Spinesi, Mascara ed altri ex compagni di squadra. Nessun sassolino quindi“.

-E Lo Monaco?

“Umanamente non c’è mai stata stima tra noi, ma come direttore sportivo è il migliore nel suo ambito”.

 

-Cosa rischia il Catania?

“Si parla di Lega Pro o Serie D, ma al momento è troppo presto per emettere sentenze. Ripeto, attendo l’esito dell’inchiesta”.

 

-Secondo te, cosa non ha funzionato negli ultimi due anni a Catania?

“Parlare da esterno, senza conoscere i fatti non è facile. In una società sono tanti i fattori determinanti. Giocatori, dirigenti e presidente. Pulvirenti, ad esempio, è sempre stato molto vicino alla squadra e ai suoi giocatori. In questo era un valore aggiunto”.

 

-Catania è ormai la tua seconda casa. Come vorresti che finisse questa vicenda?

“Sono qui a Catania da ormai tre anni, mi trovo davvero bene. Spero per la città e per i suoi tifosi che le cose si possano mettere per il meglio, ma ancora è troppo presto per trarre conclusioni”.

 

 

Intervista a cura di: Adriano Nicosia

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