CAMBIARE PER TORNARE ALLE ORIGINI. COL MERCATO SI PUÒ

Due partite, poche occasioni, un rigore sbagliato, zero vittorie ma soprattutto zero reti realizzate. Il Catania sembra essere stato contagiato da un’influenza, quasi febbre, che impedisce di raccogliere punti e gol. La macchina da reti, tutta targata Calil, Calderini Russotto, con l’apporto degli splendidi inserimenti di Fabio Scarsella, a lungo andare si è inceppata, intimidita, spenta a suon di prestazioni incolore, incapace di trovare la via della rete.

D’altronde l’obiettivo stimato dalla dirigenza era la salvezza, ed inevitabilmente la salvezza rimarrà. Lo step successivo sarebbe quello di porre le basi per un campionato di vertice nella prossima stagione. In questo senso, il quadro dirigenziale etneo non può farsi scappare l’occasione di sfruttare al massimo la sessione invernale del calciomercato, per dare una spolverata all’attuale organico inserendo elementi funzionali anche alla prossima stagione. Domenico Di Cecco, con contratto di 18 mesi, è l’esempio lampante dell’avvio di un progetto che comprende l’immediata promozione il prossimo anno.

Il presente impone di tagliare lo zero della casella “gol fatti”, e ricominciare a far girare il contatore. Equilibrio: la prossima tappa, obbligata, urgente, raggiungibile solo se ci si “sbilancia” in avanti. Una via alternativa, forse percorsa a inizio campionato, fatta di chiavi tattiche differenti e stesse pedine. Cambiare per tornare alle origini. Per evitare che prestazioni all’altezza si rivelino comunque insufficienti, pur rimanendo un punto di partenza da non sottovalutare. Plasmati centravanti, tre uomini alle sue spalle: Falcone a destra, Calderini a sinistra ed il bomber Calil a girare attorno. In altre parole quel 4-2-3-1 che Pippo Pancaro rispolvera solitamente negli ultimi 15 minuti delle tantissime gare da sbloccare. Idea di gioco da vagliare per il futuro.

Il presente purtroppo, evidenzia diverse indisponibilità per il tecnico etneo. L’ultima pessima notizia arriva dalle condizioni di Andrea Russotto, uscito anzitempo durante la sfida contro il Monopoli a causa di una lussazione all’omero. I tempi di recupero sarebbero più lunghi del previsto. Per l’esterno rossazzurro si teme uno stop di circa due mesi. Una tegola che costringerà la dirigenza etnea ad intervenire sul mercato per trovare un sostituto che non non faccia rimpiangere la rapidità, l’esplosività e l’estro del folletto rossazzurro. Considerato che Barisic è già con le valige in mano, che Di Grazia ha già esordito e segnato con la maglia dell’Akragas e Rossetti probabilmente verrà mandato in prestito per giocare, il reparto offensivo del Catania necessita di essere rimpolpato con almeno due elementi nuovi. L’intera seconda linea, infatti, eccezion fatta per Plasmati, abbandonerà Torre del Grifo ed il tecnico Pancaro si ritroverà con i soli Calil, Plasmati, Calderini e Falcone a disposizione.

A dir la verità, non sono tantissimi i nomi che circolano: l’ultima voce che impazza soprattutto tra le radio, porta sulle tracce di Jorge Martinez, vecchio beniamino della tifoseria rossazzurra.  Più concreta la pista che porta ad Arturo Lupoli, cresciuto nell’Arsenal sotto la guida di un certo Arsene Wenger, che fatica a trovare spazio nel Pisa di Gattuso, attualmente impegnato nel girone B di Lega Pro. Se l’ex gunners rappresenta sicuramente una candidatura importante, lo stesso può dirsi per ‘Nando’ Sforzini. Sono proprio questi due i nomi caldi di queste ore per l’attacco rossazzurro. E se Sforzini sarebbe un doppione di Plasmati, Lupoli rappresenterebbe il sostituto naturale di Russotto.

Chiunque arriverà, dovrà meritare e guadagnare il posto provando a scalzare Calderini e Falcone, attuali titolari. La sfortuna di Russotto, il conseguente intervento sul mercato ed un ipotetico cambiamento di modulo potrebbero rappresentare gli ingredienti adatti per un possibile cambiamento. Un Catania che potrebbe cambiare volto rispolverando il vecchio gioco, magari quello delle prime giornate, quando i giocatori rossazzurri avevano fame e voglia di dimostrare tutto il proprio valore.

Marco Zappalà

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