ANCORA LA STESSA MALEDETTA SOLFA?

Nella seconda giornata di Serie C, il Catania si reca al “Pinto” di Caserta, laddove, nella sua storia, non è mai riuscito a vincere. Gli uomini di Lucarelli non rinunciano a fare la loro partita. Sul campo viene sviluppata una trama di gioco assai interessante, peccato però che sia avara di conclusioni degne di nota. In un primo momento del match l’iniziativa viene lasciata ai padroni di casa, ma con lo scorrere dei minuti gli etnei diventano ben presto padroni del rettangolo verde. Tecnicamente sembrano superiori, ma mancano di quell’incisività necessaria a far male all’avversario. Il primo tempo, infatti, finisce a reti bianche.

Nella seconda frazione di gioco le squadre cercano di forzare un po’ il ritmo. Al 59′ Pisseri fa il santo: istinto felino su un pallone sporco immesso al centro all’altezza dell’area piccola. Un paio di minuti dopo, invece, è Semenzato ad andare al tiro, ma il portiere avversario smanaccia in calcio d’angolo. Poco più tardi, poi, avvengono le comiche: un irrigatore viene attivato a sorpresa ed interrompe il match per più di cinque minuti. Alla ripresa del match è la Casertana a passare: De Rose approfitta di uno svarione difensivo clamoroso e la mette dentro. C’è bisogno della reazione rossazzurra. Lucarelli decide finalmente di osare inserendo Zé Turbo e Mazzarani. Proprio il portoghese riesce ad avere un grande impatto sul match, creando superiorità numerica sulla trequarti e servendo i propri compagni. Nove minuti di recupero concessi dall’arbitro ed ultima disperata occasione per i rossazzurri: cross in mezzo di Marchese e colpo di testa di Russotto. La palla si perde sul fondo.

Arriva subito la prima sconfitta in campionato per il Catania. Passi indietro rispetto alle prime uscite stagionali. L’atteggiamento non è quello convinto di una squadra che dovrebbe giocare per vincere, infatti i siciliani si prendono la briga di rischiare solamente dopo aver subito l’unica palla-gol del match per i campani. La difesa è ancora da rivedere: un erroraccio nella diagonale che condanna tutta la squadra.

Bisogna ridimensionare l’entusiasmo degli ultimi tempi: il Catania non ha ancora dimostrato niente e, quindi, la parola va data al campo, unico giudice imperante. Bisogna crescere sotto tanti punti di vista. Non va più bene accontentarsi dei complimenti e dei pareri, non dopo un mercato esplosivo come quello realizzato da Lo Monaco in estate. I ragionamenti sulla carta vanno dimostrati sul rettangolo verde di gioco. Sia ben chiaro a tutti.

Federico Fasone

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