23 GIUGNO, UN ANNO DOPO

Alla memoria dei catanesi non potrà non ripresentarsi il bruttissimo ricordo di 365 giorni fa. Il 23 giugno 2015 è stato il giorno in cui fu reso pubblico lo scandalo – l’ennesimo – che ha travolto Catania e il Catania.

Riavvolgiamo velocemente il nastro: il Catania ha appena concluso il campionato di Serie B, conquistando a fatica la salvezza. La mattina del 23 giugno, poche settimane dopo la fine del campionato, l’oscenità: Pulvirenti viene arrestato dalla Polizia di Stato, a termine di un’inchiesta, denominata “I treni del gol”, che ha coinvolto altri uomini della società Calcio Catania: Cosentino e Delli Carri. Scandalo fomentato dalle intercettazioni telefoniche dei suddetti individui e di altri soggetti coinvolti nei fatti che trattavano la compravendita di partite (compravendita mai dimostrata dal punto di vista giudiziario). Condanna e Daspo (dovuto al corteo organizzato dai tifosi rossazzurri per le vie della città che hanno decretato l’incompatibilità ambientale tra Pulvirenti e la stessa tifoseria) e retrocessione d’ufficio per la squadra che è stata costretta a giocare in Lega Pro con una copiosa penalizzazione.

Di lì a poco un organigramma societario nuovo, con la promessa di ripartire e far ritornare il Catania fra le grandi del calcio italiano. Nulla da fare: la stagione calcistica è stata disastrosa, la squadra si è salvata all’ultimo minuto dell’ultima giornata e il quadro societario ha subito continuamente brusche modifiche prive di un punto di riferimento fermo e stabile.

Una questione che ha animato l’ultimo anno, proprio a seguito dell’inchiesta “I treni del gol”, è quella relativa alla cessione della società, con voci – più o meno fondate – che non hanno avuto alcun seguito.

Oggi, 23 giugno, le promesse sembrano le stesse di un anno fa: ridisegnare la società, mettere in piedi una squadra affiatata e determinata e ricucire il rapporto con i tifosi, delusi ma mai disamorati della maglia. Le promesse, insomma, sono le stesse, ma qualcosa è cambiato: oggi l’amministratore delegato del Catania è una vecchia e cara conoscenza, Pietro Lo Monaco.

Pur essendo l’unico presupposto, sembra il più importante per il rilancio della società e, chissà, anche della cessione della stessa. Che sia il nuovo uomo di fiducia di Pulvirenti o il mediatore per Vergara, l’importante è che non si ripetano gli errori delle ultime tre disastrose stagioni. I catanesi conoscono Lo Monaco e hanno piena fiducia nel professionista e nei mezzi a sua disposizione, nonostante la rabbia e il rancore che nutrono nei confronti della proprietà.

I primi risultati, forse, si iniziano a vedere: acquisto di nuovi giocatori, programmazione del ritiro, annuncio di una campagna abbonamenti a prezzi ridotti e uomini capaci e determinati all’interno della società. Lo Monaco e il suo staff sono già al lavoro, con l’obiettivo di cambiare le sorti toccate al Catania negli ultimi anni ed evitare un altro “23 giugno”.

Giuseppe Mirabella

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