UN SOGNO CHIAMATO SERIE A. QUELLA VOLTA A LECCE…

Per l’esattezza si giocò a Lecce, non in Calabria, proprio perché i tifosi etnei avevano annunciato un vero e proprio esodo. Era la stagione 2005/2006, il Catania militava in Serie B ed era in palio la promozione, poi conquistata il 28 maggio. La penultima partita di quel campionato – il 21 maggio 2006 ­– i rossazzurri dovevano portarsi a -3 dal sogno promozione: in città l’entusiasmo era tangibile, si respirava e si parlava solo del Catania che, dopo un’attesa lunga 23 anni, stava per riavvicinarsi al palcoscenico del calcio che conta.

Mascara e compagni arrivarono al “Via del Mare” di Lecce ma sembrava di essere al “Massimino”: più di diecimila i sostenitori giunti dalla provincia catanese, ma anche da buona parte dello Stivale per spingere i propri beniamini verso un’altra decisiva vittoria. Tra questi tanti tifosi innamorati del Catania, due persero la vita, in un tragico incidente all’altezza di Roseto Capo Spulico, in provincia di Cosenza. Si tratta di Carmelo Ligreci e Fabio Seminara, la cui macchina si schiantò fatalmente su un albero. Il minuto di silenzio chiesto dalle società non fu concesso dalla Lega così, col dolore nel cuore, i giocatori fecero scorrere i primi sessanta secondi della partita senza praticamente giocare. Dal secondo giro di lancette fu un’apoteosi di bandiere, trombe e cori catanesi; ben presto arrivarono anche i gol! Il Catania trionfò per 3-1 con la marcatura di Caserta e la doppietta di Mascara, che infilò il portiere giallorosso anche con uno spettacolare pallonetto.

Inutile negare che l’atmosfera che si respirò in quell’ultimo Catanzaro-Catania era ben diversa da quella che avvolgerà il prossimo match: entrambe le formazioni militano in Lega Pro e non più in Serie B; inoltre,  il Catanzaro continua a non avere particolari ambizioni, mentre il Catania si ritrova in una situazione diametralmente opposta a quella del 2006. Opposta, sì, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista societario: la squadra di Pancaro è a pochi punti dalla caldissima zona dei play-out ed è assolutamente vietato fare altri passi falsi che peggiorerebbero solo la situazione; la società, dopo gli scandali dell’ultimo anno, due retrocessioni e nuove inchieste aperte sul proprietario Pulvirenti, sembra non riuscire a distogliere dal fondato timore di un fallimento e – quindi – di un’ulteriore retrocessione.

Sicuramente non si verificherà un’altra storica trasferta come dieci anni fa e i motivi, in fondo, sono ben comprensibili…

Giuseppe Mirabella

 

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