TOCCHIAMO IL FONDI!

Quando la politica si intreccia con lo sport, il Catania diviene magicamente argomento principale per quasi tutti i politici catanesi e non. Così, il rinvio della gara tra Catania e Fondi si arricchisce di nuovi retroscena e continua ad essere argomento principale per le istituzioni a suon di botta e risposta. Tutto nasce dalla concomitanza tra due eventi paradossalmente opposti tra loro, eppure molto vicini a quanto pare. L’intervento del Presidente del Consiglio alla Villa Bellini – riguardante il referendum Costituzionale – coincide con la seconda in casa del Catania. Epilogo? Partita rinviata al 28 settembre con la squadra etnea che subisce un lungo stop e sarà costretta a tre trasferte ravvicinate tra di loro. Insomma, di certo Biagianti e compagni non ne traggono beneficio da questo rinvio. Anzi, a far la voce grossa ci ha pensato l’ad Lo Monaco dichiarando: “Subiamo da tutte le parti, anche dalla politica. La Lega era a conoscenza della concomitanza con l’evento a Villa Bellini, già alla compilazione dei calendari e non si è fatto nulla.”

Reazioni e polemiche a catena. Soprattutto perchè, era già accaduto che in occasione dell’apertura della Festa dell’Unità, il Catania non giocasse nel giorno prestabilito dal calendario. Infatti, i rossazzurri avrebbero dovuto disputare la partita d’esordio il 28 agosto contro la Juve Stabia ed invece, l’incontro venne anticipato al sabato pomeriggio per motivi di ordine pubblico. Stessa motivazione, stessa festa. Sarebbe proprio l’ordine pubblico, a detta del Prefetto di Catania, il motivo principale per cui la partita tra etnei e rossoblu è stata rinviata. In questo caso, però, si tratta dell’intervento di Renzi che chiuderà la Festa dell’Unità. Perplessità tra i tifosi rossazzurri che impazzano sul web: “Si sta toccando il fondo… Nemmeno se fosse stato un derby ad alta tensione”, e ancora: “Il Fondi non avrà tutti questi tifosi al proprio seguito… Il settore ospiti sarebbe rimasto anche vuoto.” 

Insomma, difficile pensare che davvero l’ordine pubblico possa essere al capo delle motivazioni di un rinvio che danneggia pesantemente la squadra di Pino Rigoli. Nella questione, sono intervenuti anche l’europarlamentare Salvo Pogliese ed il Sindaco Enzo Bianco. Per Pogliese “con il rinvio di questa sfida, probabilmente il nostro sindaco ed il Pd sperano di attirare l’attenzione dei tifosi rossazzurri alla loro festa, penalizzando contemporaneamente la squadra e la società”. Immediata la risposta del primo cittadino etneo, che arricchisce la polemica: “Sono sconcertato. Quando le autorità che si occupano della sicurezza, appresero in quale periodo si sarebbe svolta la Festa dell’Unità nella nostra città, chiesero immediatamente alla Lega Pro di far giocare fuori casa la partita del Catania l’11 Settembre, senza ricevere alcuna risposta.”

Arriva in tempo  la risposta della Lega Pro, tramite il Presidente, Gabriele Gravina, che sovraintende il campionato: “Dice di averci avvisato immediamente. Sapete quando? Qualche ora prima della stesura dei calendari, tra l’altro per telefono senza nulla di scritto. Le parole del sindaco e di altri esponenti, fanno parte del gioco delle parti, ma posso solo dire che non corrispondono al vero. Dispiace perché queste dichiarazioni non fanno onore ad un uomo che deve tutelare le istituzioni in quanto primo cittadino, e non alimentare le polemiche. Sembrano dichiarazioni demagogiche.” Alle ultime parole del Presidente della Lega di cui fa parte la società rossazzurra, infine ha risposto il vicesindaco Consoli, sostenendo che la Lega Pro se ne sia infischiata e che si debba dare all’ippica.

In tutta questa querelle, fatta di giochi di potere, polemiche e litigi, è il Catania a farne le spese. Come se non bastasse, la prima delle tre gare esterne consecutive ha subito un altro slittamento. Questa volta solo di qualche ora. Invece delle 20.30, Reggina-Catania si disputerà alle 16.30. Altro grattacapo per quei tifosi rossazzurri che avrebbero voluto seguire la squadra al “Granillo”, e che invece, probabilmente, dovranno rimanere in città per motivi di lavoro.

Marco Zappalà

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