STORIA DI TRASFERTE ROSSAZZURRE: DAI QUARANTAMILA DI ROMA ALLA LEGA PRO…

Viaggi, avventure, storie. In tutto ciò si racchiude il concetto di ‘trasferta’, un qualcosa che non tutti potranno mai assaporare. Due in particolare sono le trasferte entrate nell’immaginario collettivo della tifoseria catanese, sempre con la stessa meta: Roma.

La prima partita è un playoff di Serie B del 1983 tra la Cremonese e il Catania.  La partita si disputava allo Stadio Olimpico di Roma, in campo neutro. 40000 tifosi rosso azzurri occupavano le tribune, la capitale era piena di catanesi tanto da far sembrare la città laziale, Catania, ed il loro maestoso stadio, l’Angelo Massimino solo un po’ più grande.

Oltre a questa partita, ne merita di essere ricordata un’altra, sempre a Roma. Questa volta la caratura è differente, è il primo anno in Serie A dopo più di vent’anni d’assenza per la società etnea. Si sfidano Roma e Catania. Per i limitati posti offerti dal club avversario, i tifosi catanesi erano questa volta “solamente” 12000.  La partita finì 7-0 per la squadra capitolina.  Ma in tribuna avevano vinto i tifosi del Catania che, nonostante l’enorme passivo, cantavano felici per dimostrare che l’amore vero supera ogni avversità.

Oramai i palcoscenici sono cambiati. Il Catania si aggira al centro della classifica di lega pro. Non si visitano più “l’Olimpico” o “San Siro”. I voli per Milano, o i pullman che accompagnavano i tifosi verso il Nord Italia non vengono più riempiti da folle rosso azzurre. Gli stadi sono tanto più vicini quanto più vuoti.  Se già in Serie A si stenta a trovare il “tutto esaurito”, figuriamoci in terza serie. A questo va aggiunta la tessera del tifoso che ha acceso diatribe destinate a non placarsi. Questa impedisce ai supporter non registrati di assistere a partite al di fuori del proprio stadio. Nel caso del Catania infatti, per tale motivo, le curve vengono riempite solo nelle partite di casa perché raramente, visto che molti gruppi organizzati hanno deciso di non sottoscrivere la tessera, essi stessi partono per le trasferte.

Ci si augura però che le partite fuori casa non siano più una chimera per i tifosi e che quei settori ospiti, oramai tristemente vuoti, si riempiano di nuovo di supporter veri, caldi e civili come i bei vecchi tempi.

Gabriele Indelicato

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