ROSARIO BUCOLO, FATTORE CUORE

Si sa che quando l’ostacolo da saltare è troppo alto e la gamba è troppo corta, quando il muro eretto dagli avversari pare invalicabile, molto spesso, quello che può fare la differenza è la volontà di lottare, magari anche con un po’ di furbizia e di sana cattiveria agonistica.

In questo senso, verosimilmente, deve essere letta la sostituzione al minuto 61 di Federico Scoppa per Rosario Bucolo nell’ultima uscita in campionato degli etnei.

Catania-Taranto, infatti, è stata la partita che, al di là della prestazione, ci ha regalato parecchi spunti di riflessione sulla compagine rossazzurra e parecchie indicazioni su cosa, probabilmente, al momento manchi alla squadra per diventare completa.

Specialmente nei primi istanti del match, l’undici etneo è sembrato un po’ remissivo, lontano dall’aggressività mostrata nella precedente partita in casa contro il Matera. Un po’ di quella aggressività che con l’entrata di Bucolo, tra errori e un pizzico di confusione, pare sia ricomparsa nei minuti del tour de force finale.
D’altra parte il giocatore classe ‘88, a cui da un po’ manca una maglia da titolare, scalpita e ben si sposerebbe nella mediana del 4-2-3-1 muscoli e cuore voluta da mister Petrone.

Due sembrano le ragioni preponderanti: in primis, per sgravare il più possibile i tre trequartisti da obblighi difensivi che potrebbero portare via lucidità in fase propositiva; secondariamente, per trasmettere ai compagni un po’ di quella verve che a volte sembra mancare alla squadra.

Quale occasione migliore di un derby, per un catanese, per tornare alla ribalta e diventare protagonista di questo finale di campionato? A Petrone la scelta.

Simone Caffi

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