IL RITORNO DI LO MONACO: “PER TOGLIERMI IL CATANIA STAVOLTA DOVRANNO PASSARE SUL MIO CADAVERE”

A Torre del Grifo, il Catania è tornato ufficialmente al passato. Nella sala stampa del centro sportivo rossazzurro, infatti, è stato presentato Pietro Lo Monaco, nuovo (vecchio) amministratore delegato del club etneo, nominato sostituto del dimissionario Pippo Bonanno dal Consiglio d’Amministrazione svoltosi in mattinata. Entusiasmo e voglia di iniziare per il dirigente di Torre Annunziata, che ha risposto così alle tante domande dei cronisti presenti: “Eravamo rimasti in Serie A. Adesso ripartiamo. Sono passati 4 anni, adesso stiamo ripartendo dalla Lega Pro. Partiamo da una situazione non bellissima. Io ho passato anni importanti qua, insieme a voi e tutta Catania. Abbiamo creato un azienda capace di farsi rispettare dovunque, che ha fatto risultati importanti. Ricordate quando parlavo di scudetto salvezza, qualcuno storceva il naso? Eppure facevamo sempre qualche passo in avanti, ogni anno. Oggi rivorremmo tutti la Serie A, era importante per tutti. Catania era una città di Serie A. Nella vita però i rovesci possono succedere. Al Catania è passato sopra uno tsunami. Il club è andato in B, poi in Lega Pro. Per essere successo tutto ciò, evidentemente sono stati commessi degli errori. I primi a dare legittimazione di questi errori sono proprio coloro che li hanno commessi. Se vi dicessi che mai e poi mai avrei pensato di tornare a Catania, vi direi una bugia. Io ho vissuto intensamente questa società per 10 anni. Siamo partiti da 0, con tanti debiti, senza un giocatore e siamo riusciti a creare una multinazionale, una struttura come Torre del Grifo che è un vanto per il Catania, di livello europeo. Non me ne sono andato bene, forse anche in malo modo. Rapporti con chi è stato per me come un fratello si sono interrotti. Poi è successo ciò che il Catania solo poteva fare, l’amore per questo club. Non volevamo veder morire il Catania. Questo ha consentito che io e il proprietario, l’ex presidente, ci incontrassimo di nuovo. Adesso sono qua a tentare un rilancio del Catania. I rilanci non si fanno con l’aria, ma con i fatti. Dietro il rilancio, deve esserci la volontà della proprietà. Si è parlato tanto finora di possibile cessione, ecc…nel frattempo il Catania ha rischiato di morire. Oggi, la proprietà continua, decide di rilanciare. Per questo gli va dato atto, la proprietà ha dimostrato di avere amore per questa squadra. Nonostante questi 3 anni allucinanti, inenarrabili, c’è la volontà di rilanciare. La situazione del Catania è critica, dal punto di vista economico per quello che è stato fatto in questi anni. Noi però ci dobbiamo rimboccare le maniche. Ripartiamo dall’anno zero, da una situazione di assoluto disagio, ma contiamo di rimettere la macchina nella giusta direzione. Le mie 5 componenti erano una verità. Adesso, però, chi è senza peccato scagli la prima pietra. Il Catania è una delle poche piazze in cui la gente mette la loro squadra del cuore al centro dei propri pensieri. Vedere in Lega Pro 6000 abbonati, nonostante lo tsunami, sono numeri importanti. Vuol dire che c’è amore da parte della gente. Io faccio appello a questo, ripartiamo insieme compatti per dare alla sua città questa squadra in Serie A. Non so quanto impiegheremo, ma questo è l’obiettivo, cascasse il mondo. Tutti dovranno passare dal nostro cadavere, prima di toccare di nuovo il Catania”.

Poi, un aneddoto: “Un direttore di una squadra importante, dopo aver vinto 3-0 a Catania, mi chiamò qualche anno fa dicendomi: “Una volta quando sapevamo di dover venire a giocare al Massimino, non ci capivamo più nulla. Adesso, mi è sembrato di fare un allenamento”. Ecco, da ciò è arrivato un messaggio importante. Chi dovrà venire qui, dovrà sapere di giocare non solo contro il Catania, ma contro tutta la città di Catania. Noi abbiamo un lavoro importante da fare per sistemare l’assetto economico della società. Dopo due retrocessioni, il Catania ha subito delle belle batoste. Dobbiamo far in modo, tutti insieme, che il club possa assorbirle nel minor tempo possibile. Soltanto il lavoro ci consentirà di riacquisire la nostra immagine. Rapporto con i tifosi? Il fatto che la tifoseria si sia allontanata, è un fatto giustificabile, chi può dargli torto. Tutto ciò che è successo è stato pesante per tutti. Per recuperare il rapporto non devo fare niente, sono sicuro che la gente risponderà presente. Sa che siamo qua, sa che vogliamo rilanciare la squadra e si stringerà attorno a noi.  La prossima settimana probabilmente apriremo la campagna abbonamenti e sono certo che la gente risponderà da Catania. Un possibile azionariato popolare? Non nascondo che è un’idea, che dovrà essere valutata bene in futuro. Cosa mi ha spinto a tornare? E’ una questione di cuore. In passato, se avessi pensato al mio interesse, sarei approdato in squadre più importanti che mi volevano, ma al primo posto c’è sempre stata la difesa del territorio, il mio Catania.”.

“Quando ci siamo rivisiti con  il presidente – ha proseguito Lo Monaco – ho pensato che in questi quattro anni avrei potuto ammazzarlo. Io per 10 anni ho avuto accanto un tifoso innamorato della sua squadra. Poi nella vita si può impazzire, ma adesso vediamo di resettare tutto. Qui c’è in ballo il futuro del Catania. Per me il Catania è un figlio, l’addio mi ha portato anche a compiere degli errori gravissimi. Il 21 maggio del 2012, quando ho deciso di andare via, ho dimostrato di non amare il Catania. Sapevo che fine avrebbe fatto, ma mi sono fatto prendere dalla collera. Ho compiuto un errore nei confronti del Catania, adesso sono qua per riparare a questo sbaglio. Adesso farò di tutto affinchè Catania si possa riappropriare del suo territorio. Rilancio vuol dire niente cessione? No, la situazione è arrivata a un punto tale che la vita continua e bisogna fare delle scelte. Ciò poteva implicare una scelta soft, in attesa di un compratore, oppure una scelta di rilancio. Come ho detto prima, la situazione economica è al limite. Io collegato a Vergara? No, non sono mai stato in contatto con lui. Sono stato avvicinato dallo studio legale romano che rappresenta i suoi interessi in Italia, mi hanno chiesto una consulenza e la cosa è finita lì. Il Catania, in questo momento, è una statua con i piedi d’argilla. Situazione simile al 2004? La Lega Pro, purtroppo, non porta entrate. Non è semplice uscire fuori da questa palude, però bisogna ripartire. Il fatto che ci sia la volontà della società è una legittimazione importante, che non esclude comunque gli errori commessi”.

Sul mercato: “Ho già fatto la nuova squadra, in settimana presenteremo i nuovi quadri dirigenziali e tra qualche settimana anche l’allenatore. Servirà un tecnico che sia capace, un tecnico di spessore. Dovrà avere la voglia di mettersi in discussione col progetto dell’azienda. Catania vale, chi viene qui deve sapere che arriva in una piazza che vale. L’allenatore che viene qua deve avere la forza e la voglia di crescere insieme al progetto. Non avrà un contratto di un anno, ma un’accordo pluriennale. Così come il direttore sportivo, il direttore dell’area tecnica e tutti gli altri nuovi elementi. Il Catania inizierà la nuova stagione per essere competitivo, non potrebbe essere altrimenti. Ieri sono arrivato qui e sono andato via a Mezzanotte. Se voi vedeste la mia scrivania è piena di cartacce, data la difficile situazione attuale. A proposito, nel mio ufficio avevo fatto stampare una gigantografia dello stadio pieno il giorno della promozione contro l’Albinoleffe. Al mio ritorno, un inserviente mi ha detto che era stato fatto togliere dall’uomo in canottiera (Cosentino n.d.r.) perchè portava male”.

“Come ho riallacciato i contatti con Pulvirenti? A Pasqua m’incontrai con una persona innamorata del Catania. Tutto iniziò con una colomba al pistacchio. 20 giorni dopo la cosa si ripetè e poco dopo andai a casa di Pulvirenti, dopo aver chiesto il permesso alle autorità giudiziarie competenti. Quando ho sentito di macchinari scomparsi a Torre del Grifo, mi sono sentito male. Quando pensavo ai tatuaggi, a un Catania senza regole, provavo dolore. Il Catania è stato violentato, ma adesso è passato. Quando ci siamo rivisti dopo 4 anni, tutti i rancori sono scomparsi. Hanno prevalso gli 11 anni passati assieme. E’ pazzesco che il primo incontro sia avvenuto il 28 maggio, proprio il giorno che 10 anni prima ci aveva portati in Serie A. Mi piace pensare che un giorno il Catania possa riappropriarsi di tutto ciò di cui è stato privato.E che allo stadio, gremito, possa esserci anche Pulvirenti”.

Daniele D’Alessandro

 

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