PETRONE SI PRESENTA: “MENTALITÀ E ATTEGGIAMENTO LE MIE PAROLE CHIAVE”. LO MONACO: “RIGOLI VIA PER TOGLIERE ALIBI ALLA SQUADRA”

Mentalità e atteggiamento. Saranno queste le parole chiave del nuovo Catania guidato da Mario Petrone, chiamato in sostituzione di Pino Rigoli. Numerosi gli spunti offerti dalla conferenza stampa di presentazione, introdotta dall’amministratore delegato Pietro Lo Monaco: “Vorrei innanzitutto esprimere il mio disappunto per la prestazione di domenica. È inaccettabile dominare per 25 minuti e mollare improvvisamente così. Questo blackout mi ha fatto molto male. Vorrei tuttavia ringraziare l’allenatore uscente per il lavoro svolto in questi mesi con professionalità. Abbiamo fatto questo passo per togliere qualsiasi tipo di alibi ai calciatori, aspetto tipico della loro cultura. Non vogliamo lasciare nulla di intentato. Il nostro obiettivo è arrivare ai playoff e giocarli per vincerli e non per partecipare. Secondo me abbiamo l’organico migliore del campionato e dobbiamo giocare le restanti tredici partite con il massimo delle nostre forze. Petrone è un allenatore che ha la cultura della vittoria con cui abbiamo intrapreso contatti già dallo scorso anno”.

Queste, invece, le dichiarazioni del neotecnico rossazzurro: “Sono orgoglioso di fare parte di questa famiglia. Ho dato subito la mia disponibilità anche per via di una frase del direttore, che quando mi ha telefonato mi ha subito detto “dobbiamo fare di tutto per andare in B”. Per me è fondamentale l’atteggiamento, a prescindere se gioca in casa o fuori casa. Quello che conta è l’aspetto mentale e il lavoro quotidiano. Sono queste le chiavi del successo. Tattica? Ho a disposizione una rosa che mi permette di usare diverse soluzioni. La linea difensiva a 3 o a 4 dipende da vari fattori, in primo luogo la disponibilità dei calciatori e il loro stato di forma. Marchese, per esempio, è un giocatore duttile che può ricoprire più ruoli. Per me è importante dare automatismi certi, tenendo presente che il 4-3-3 è nelle corde di questa squadra. Non sono uno che guarda il curriculum dei calciatori ma valuto tutto a 360 gradi, con un occhio particolare al settore giovanile. Sono stato io a lanciare Baldanzeddu, quando aveva appena 15 anni. Catania spettacolare? Le mie squadre hanno sempre fatto tanti gol ma ci sono degli equilibri da rispettare. Unica promessa che posso fare è quella di dare il massimo e cercare di sfruttare al meglio le potenzialità della rosa. La parola pressione non fa parte del mio vocabolario. Il nostro lavoro consiste nel gratificare la gente della città, che sia piccola o grande. Tavares e Pozzebon insieme? Dipende dal loro atteggiamento e dalla loro disponibilità. In passato ho schierato due prime punte insieme e sono riuscite a coesistere alla perfezione“.

Antonio Longo

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