PALI, PEDATE E NERVOSISMO: IL CATANIA PORTA UN PUNTO A CASA

Seconda giornata di Lega Pro ed è già una trasferta ostica per il Catania. I rossazzurri, infatti, vanno di scena ad Andria, laddove nella passata stagione Plasmati colse un palo che ancora trema. Stavolta, però, a tremare sono proprio gli etnei perché i padroni di casa si rendono sicuramente più aggressivi. Sono diversi i sussulti dei pugliesi, che approfittano più di una volta delle enormi amnesie della retroguardia rossazzurra, in primis della coppia centrale Drausio-Bastrini. Due occasioni su tutte sono sicuramente quelle capitate sui piedi di Mancino, il quale prima va a chiudere uno schema su calcio d’angolo causando le imprecazioni di Pisseri contro la propria difesa e poi, dopo aver stoppato al limite dell’area, manda al bar Drausio e sferra un sinistro sul quale, però, mette i guantoni l’estremo difensore etneo. Dopo la prima mezz’ora, finalmente il Catania comincia ad uscire, ottiene metri e diversi calci piazzati che fanno respirare la squadra. I siciliani si rendono pericolosissimi all’ultimo minuto del primo tempo: Russotto viene pescato in area di rigore, converge verso l’interno e piazza il pallone che, però, viene smanacciato da Cilli. Il primo tempo si chiude sullo 0-0.

Nella seconda frazione di gioco, il Catania non riesce ad invertire la tendenza. Due vampate della Fidelis per poco non le consegnano il vantaggio: prima è Mancino a trovarsi a tu per tu col portiere, ma Pisseri chiude lo specchio miracolosamente; poi è Cianci a calciare di sinistro dal limite, ma trova ancora le mani del numero 12 rossazzurro. Passano i minuti, il nervosismo impazza e le pedate pure. I giocatori di entrambe le squadre si danno battaglia in ogni contrasto ed il direttore di gara comincia ad avere difficoltà nella gestione della gara. Tornando a parlare di calcio, invece, da cardiopalma sono gli ultimi dieci minuti. Su un’azione insistita degli ospiti, infatti, Marco Biagianti coglie un palo clamoroso. Ma non è finita qui, perché la Fidelis riparte in contropiede e Ameth tira a botta sicura sul fronte opposto: stavolta il palo salva Pisseri. Nei minuti di recupero, infine, c’è ancora tempo per un altro miracolo di Pisseri su tiro del solito Mancino. Finisce così: le due squadre si dividono la posta in palio.

Una partita sicuramente difficile quella che ha affrontato il Catania questa sera. I reparti sono rimasti isolati per tutto il match, con la difesa vero e proprio oggetto della critica. Amnesie difensive esorbitanti sulle avanzate offensive dei padroni di casa, non funzionano le trappole del fuorigioco e si commettono troppi errori nel disimpegno. Il centrocampo invece non filtra a dovere né riesce a dare ordine e a rendere fluida la manovra. L’attacco, infine, resta completamente isolato, non essendo supportato in alcuna maniera dagli esterni bassi né da eventuali inserimenti dei centrocampisti.

Il punto conquistato è stato sicuramente soffertissimo. Il Catania dovrà imparare da partite del genere per riuscire a diventare grande. In campi ostici come quello di Andria, infatti, bisognerebbe cercare di essere più cinici sotto porta e tenere nascosta la palla all’avversario. La squadra etnea ha i giocatori ed il palleggio per farlo. Quindi è bene tenersi stretto questo punto ed imparare la lezione, in modo da farsi trovare pronti a partite in cui è il sacrificio a far la differenza.

Federico Fasone

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