NON C’È PACE PER IL CATANIA

Catania a volte arrembante che regala buoni presupposti per il futuro, ma che riesce subito dopo, a cancellare ciò che di buono è stato fatto.

Serie A, Serie B, Lega Pro: tre campionati completamente diversi, sempre lo stesso spettacolo. Un’infinità di allenatori cambiati in questi ultimi anni, e alla lista da ieri sera si aggiunge anche il nome di Mario Petrone.

Se si dovessero descrivere i sentimenti del tifoso catanese all’indomani di Catania-Melfi, vi si ritroverebbero non solo rabbia e delusione, come forse accadeva fino a qualche domenica fa, ma principalmente sfiducia. Per di più, per i supporters etnei un’altra doccia gelata arrivata ieri nel pomeriggio: le dimissioni dell’allenatore, un elemento che genera ulteriore confusione in un ambiente già demoralizzato.

Già, perché Lo Monaco a giugno era stato riaccolto come il timoniere che avrebbe condotto la compagine etnea verso acque sicure, verso l’inizio di un ciclo nuovo. Ed invece, anche lui si ritrova, ancora una volta, a tirare per l’orecchio una squadra che fino ad ora si è nascosta dietro mille alibi. Alibi e parole. Per di più, l’obbiettivo dei play-off si complica dato che da due domeniche sembra difficile anche vincere contro avversarie tutt’altro che irresistibili.

Prima Taranto, poi Melfi: compagini che si chiudono per ripartire in velocità, che fanno della corsa e della lotta le loro armi, paiono sempre agonisticamente una spanna sopra la squadra rossazzurra. Manca ai giocatori la napoletana “cazzimma”: niente carattere e voglia di lottare, nessuna furbizia sportiva che con squadre “meno nobili” potrebbe fare la differenza.

L’unica soluzione? Navigare a vista, in attesa dei chiarimenti che Lo Monaco darà in conferenza stampa.
Oggi come mai, a Catania, “del doman non c’è certezza”.

(Fonte foto: calciocatania.it)

Simone Caffi

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