MAZZARANI ENTRA E IL CATANIA SEGNA: SARÀ UN CASO?

La qualità che mancava nella zona tra il centrocampo e l’attacco sta tutta nei piedi dell’ultimo acquisto rossazzurro. La dimostrazione arriva quattro minuti dopo il suo ingresso in campo. Tuttavia, il risultato di Melfi-Catania rispecchia ancora una volta i limiti offensivi di una squadra impaurita soprattutto quando gioca lontana dalle mura amiche.

L’arma in più messa a disposizione in settimana dalla dirigenza etnea, porta la maglia numero 32. È importante sottolinearlo, si tratta proprio di quel tassello che mancava nella zona di campo in cui il Catania soffriva e continua a soffrire maledettamente.
Il cosiddetto “uomo dell’ultimo passaggio”, che ha propiziato il gol del pareggio di Barisic.

Al minuto 77 infatti, Rigoli esce l’asso dalla manica: fuori Djordjevic, dentro Andrea Mazzarani. L’ assetto è decisamente offensivo al fine di recuperare lo svantaggio. Scorrono quattro giri d’orologio e con un tocco chirurgico il neo acquisto etneo lancia sulla fascia destra Russotto, che crossa in area per la testa di Barisic.

Ne viene fuori un gol dall’altissimo coefficiente di difficoltà. Azione da vedere e rivedere che dimostra come Mazzarani, non appena sarà in forma per tutti e novanta i minuti, potrebbe diventare l’arma decisiva di un Catania che fatica esageratamente a buttarla dentro.

Tecnica e qualità in abbondanza nella trequarti campo di un calciatore d’esperienza cui è bastata una giocata d’altra categoria per scardinare la modestissima difesa del Melfi. Insomma, Mazzarani ha dimostrato che in corso d’opera è un uomo capace di rompere gli equilibri, anche se bisognerà capire la posizione corretta del fantasista in un assetto tattico che non prevede il trequartista alle spalle della punta.

Mazzarani entra ed il Catania segna. Sarà un caso? Le prossime gare daranno la miglior risposta, ma fatto sta che il match di Melfi, oltre al modesto punticino, porta in dote una nuova freccia nell’arco rossazzurro a disposizione del tecnico Pino Rigoli.

Marco Zappalà

Se ti è piaciuto, leggi anche:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *