IL GATTOPARDO CATANESE

“Se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi.”. Così scriveva Tomasi di Lampedusa nel celeberrimo Gattopardo, in coincidenza col plebiscito sull’Unità d’Italia nel 1861, ma in che modo non sarebbe stato facile capirlo. Sono giorni intensi quelli che precedono il ritorno di Pietro Lo Monaco a Catania. Giorni in cui si parla del club rossazzurro come un discount pronto a dar via tutto e ricevere i nuovi arrivi, nella speranza che siano quantomeno all’altezza di quelli a cui l’amministratore campano ha abituato la piazza.

Lo spessore carismatico e sportivo del dirigente migliore che abbia mai gestito la società è profondamente più consistente di quello degli ultimi colleghi e adesso l’obiettivo sarà quello di ricompattare una società ormai estenuata. Può apparir complicata la possibilità di rinnovare l’organico nella sua totalità, poiché il re del mercato sudamericano non potrebbe più attingere al suo bacino preferito, posto che dovrebbe fare i conti con le nuove norme di Lega Pro che spingono ad una composizione fortemente nazionalizzata, ma Lo Monaco avrebbe già contattato diversi procuratori in modo da portare in terra etnea profili che potrebbero valere il tanto agognato salto di qualità. Per quanto riguarda l’ambito societario, invece, oltre all’inserimento del figlio Vincenzo, già vicepresidente del Messina, dovrebbe essere confermata la posizione di due storici collaboratori di Lo Monaco già a lavoro in società: infatti Pippo Bonanno e Fabrizio Ferrigno (quest’ultimo nell’esperienza di Messina) dovrebbero mantenere il loro posto, seppur mutato nelle deleghe. Unico perdente posto dovrebbe essere Marcello Pitino, che comunque farebbe spazio a Mario Marino, altro componente di vecchia data dell’equipe Lo Monaco.

L’arrivo in città di un amante del calcio, competente e preparato è dunque imminente. Una novità che trova le sue fondamenta su ciò che in passato proprio Pietro Lo Monaco era riuscito a costruire.

Carlo Maria Castiglione

 

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