CATANIA, TI SERVE MENTALITÀ

Mentalità e cattiveria: due fattori storicamente fondamentali per un campionato di Lega Pro. Requisiti che il Catania ha dimostrato di non possedere nella sciagurata trasferta di Ischia, contro una squadra che non otteneva il bottino pieno dallo scorso Novembre.

Novanta minuti che non hanno mai visto i rossazzurri entrare in partita, mai capaci di reagire di fronte al vantaggio dei campani. Un problema che, seppur a intermittenza, nel corso della stagione si è presentato in diverse occasioni. Momenti cruciali in cui serviva quel qualcosa in più dal punto di vista caratteriale per una tanto agognata svolta, ancora non arrivata. Perché, senza i suddetti ingredienti, tatticismi e qualità tecniche diventano fattori inconcludenti ai fini del risultato.

Gli avversari, infatti, spesso consapevoli della propria inferiorità dal punto di vista tecnico, hanno capito che il Catania può essere contrastato solo sulla base di un diverso approccio mentale alla partita. Soprattutto per quanto concerne le squadre impegnate per la lotta salvezza, quella che suo malgrado vede la formazione etnea in piena corsa. Ed è proprio in questa realtà che, da adesso più che mai, i rossazzurri dovranno calarsi. Una realtà dove bisogna abbandonare il fioretto ed impugnare la sciabola. Un atto necessario anche per ricucire il rapporto con la tifoseria, nella quale parole come “mentalità” e “cattiveria” rappresentano comandamenti imprescindibili. In tal senso, il prossimo impegno al “Massimino” contro il Lecce, quarta forza del campionato, si propone di essere un bivio fondamentale. Per il presente e per il futuro.

Antonio Longo

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