CATANIA, PERCHÈ NON DARE UNA CHANCE AD ANASTASI?

È un momento terribile per l’attacco rossazzurro. Il Catania, nonostante goda di una delle difese meno battute della categoria, non riesce a segnare con continuità. Eccezion fatta per Di Grazia, che sembra aver sconfitto la maledizione che affligge l’avanguardia dell’Elefante rifilando una tripletta al Messina, tutti gli attaccanti a disposizione di Rigoli non hanno mostrato costanza nel gioco espresso. Prime punte su tutti.

Sì, perché nonostante Calil sia una seconda punta, è difficile non pensarlo vicino all’area di rigore. L’attaccante brasiliano è completamente fuori dagli schemi di Rigoli, pesce fuor d’acqua che risente della prolificità delle ali, che spesso preferiscono andare in porta piuttosto che duettare con lui.

Problemi fisico-atletici invece per Paolucci. Il bomber è lontano dalla condizione migliore e ciò influisce sul suo rendimento. Tira il fiato dopo 60 minuti, appesantito dall’aggravio di una marcatura a uomo strettissima ovunque metta piede. Quasi come un incubo, ogni volta che Michele scende in campo due avversari lo pedinano come la Signora in Giallo dei tempi migliori (auguri, 91 anni in settimana): è tempo di rifiatare in panchina.

La terza opzione, meno utilizzata da Rigoli in questa prima parte di campionato, è la prima punta home made Anastasi. L’attaccante potrebbe essere un buon punto di riferimento per il gioco offensivo, essendo dotato di grandi capacità fisiche, che gli permetterebbero di giocare di sponda o scaricare la palla sul folletto Di Grazia con una certa continuità. Anche il fattore mentale gioca in suo favore, essendo libero dalle sovrastrutture psicologiche degli avversari e dalle aspettative asfissianti dei tifosi. Dunque potrebbe essere arrivato il suo momento. Perché non puntare su un altro catanese d’altronde?

Carlo Maria Castiglione

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