IL CATANIA CHE ERA, IL CATANIA CHE SARÀ

Il Catania è tornato. Nella mente, nelle idee, nel modo di programmare.” Le parole di Pietro Lo Monaco risuonano in conferenza stampa per poi diffondersi al di fuori delle quattro mura di Torre del Grifo. Sì, perché il Catania era sparito proprio fra quelle quattro mura. La totale inesistenza di comunicazione e la chiusura in quel guscio di presunzione che, repentinamente, si erano abbattute come un cataclisma sull’impero costruito in una decina d’anni con il lavoro, il sacrificio e l’appartenenza. Da quel momento hanno avuto spazio solo la distruzione assoluta, il doppio capitombolo nelle serie inferiori e la macchia sportiva peggiore che potesse sporcare una piazza tutta pane e pallone.

Il grande salto era ad un passo, bisognava spingersi verso l’Europa, la stessa che oggi viene raggiunta da realtà come Sassuolo ed Atalanta che, con tutto il rispetto del mondo, non hanno niente in più della terra etnea, a parte la Serie A in questo periodo storico.

Già, quella massima serie estirpata dalla realtà del popolo catanese, per fede e per passione sempre legato alla squadra della propria città, che tradizionalmente ha vissuto più anni di C e di B. Poi la Serie A, ma soprattutto l’affermazione in quella stessa serie. Il Catania faceva paura alle grandi, il Catania poteva sgambettare chiunque, il Catania impartiva lezioni di calcio.

La gente si era abituata a quei fasti, a quella gloria, a quel modo di essere del Calcio Catania. Ecco perché ancora oggi, con la Serie C di mezzo, c’è qualcuno che ancora non riesce a calarsi nella parte, ad entrare nell’ordine delle idee che quei tempi sono ormai andati. Devono assolutamente tornare aprendo un altro ciclo, ma sono definitivamente andati.

Un anno fa, quando Lo Monaco tornò in società, un brivido lungo la schiena colse di sorpresa i catanesi. Perché quando si scrive “Lo Monaco“, inevitabilmente si legge “Serie A”. D’altronde il Direttore non ha mai nascosto che riportare il Catania laddove lo aveva lasciato prima del suo esodo sia sempre stato il suo principale obiettivo. Ma si è dovuto aspettare almeno un anno per riscontrare sicurezza nelle parole dell’AD rossazzurro. Un anno fatto di problemi a cui lo stesso Lo Monaco ha dovuto trovare soluzioni. Un patrimonio dilapidato che ha portato una società, sana per lungo tempo, a dover rischiare il fallimento.

Dopo il lavoro eccezionale svolto in un’annata particolarmente difficile, la dirigenza etnea è pronta a rilanciare ed a programmare un Catania che sia nuovamente e finalmente vincente. Il monito è sempre lo stesso: le cinque componenti devono compattarsi fra di loro e remare tutte verso la stessa direzione, perché il bene del Catania lo fanno tutti.

L’unico interrogativo va rivolto a quella tifoseria che ha passato diverse annate consecutive di amare delusioni, false promesse ed umiliazioni sportive. Riuscirà davvero lo zoccolo duro a perdonare ed a tornare un tutt’uno col Calcio Catania e col proprio modo di sostenere la sua squadra del cuore? La gente risponderà sicuramente presente e prova di ciò sarà la prossima campagna abbonamenti.

L’inizio della stagione è ormai alle porte. Il diktat etneo sarà quello di tramutare le parole in fatti. Col sudore, il sacrificio, la voglia e la determinazione di chi sa essere vincente. Con la grinta, la fatica e la lotta di chi dà tutto per i propri colori. Con la consapevolezza ed anche la necessità di affermare fieramente che il Catania sia tornato. Stavolta davvero, stavolta per sempre.

Federico Fasone

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