CASO ANNA FRANK: SI POTEVA EVITARE!

Ha destato scalpore – non poteva essere altrimenti – ed è noto ai più l’episodio verificatosi qualche settimana fa durante il match casalingo della Lazio, quando alcuni tifosi biancocelesti “estremisti” hanno deciso di appiccicare, con significato dispregiativo, secondo la loro enfatizzata filosofia nazifascista, alcuni adesivi che ritraevano Anna Frank, deportata e scrittrice ebrea tedesca, con la maglia dei rivali cittadini della Roma.
Tale condotta ha avuto subito delle ripercussioni e conseguenze pratiche: la Federcalcio ha deciso, infatti, che prima dell’undicesimo turno del campionato di Serie A i capitani leggessero, fieramente e a gran voce, una pagina del “Diario di Anna Frank”, all’intero stadio.
L’episodio, grazie alla forte presa di posizione da parte delle autorità, delle società sportive e dei normali cittadini, questi ultimi sdegnati dal significato di tale gesto, era stato in buona parte superato. E invece due gruppi ultras uno del Catania, l’altro della Juventus – nella fattispecie gli “Irriducibili” rossazzurri e i “Viking” bianconeri -, anch’essi dalle ideologie politiche di estrema destra, hanno deciso d’appoggiare l’iniziativa degli ultras capitolini, sponda laziale.
In ragione di ciò, la Curva Sud etnea si è riunita per immortalarsi con uno striscione, che ha già avuto modo di ricevere aspre critiche a livello nazionale, con su scritto: “L’adesivo laziale è il vero problema sociale?”.
Un ulteriore episodio tramite il quale i gruppi organizzati, piuttosto che concentrarsi sui colori rossazzurri, mettono in cattiva luce l’intera passione del tifo etneo con potenziali riverberi esclusivamente negativi. Si poteva – e si doveva – evitare!

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